Oggetti '80s parte 2
I regali del Nesquik
Oltre a "rendere il latte prelibato" col suo sapor di cioccolato,
Nesquik era un dispensatore di fantastici regali, sempre interrati (o
incioccolati?) in una bustina nel fondo del contenitore di plastica, tra
cui riemergono i dischi volanti dei
supereroi DC Comics (Batman, Superman..) e le monete romane di Asterix. I
primi, erano dischetti di plastica con il simbolo del supereoe, che si
potevano lanciare usando come leva uno stecchetto che andava meso in una
fessura del disco, mentre le monete di
Asterix erano fantastici pezzi di metallo contorto che rappresentavano
gli imperatori romani e avevano un suntuoso raccoglitore per la
imperitura conservazione...
Il dolce forno Harbert
La Harbert, mitica casa produttrice di giocattoli, superò se stessa
ed entrò nel mito col Dolce forno, che consentiva a tutte le bambine di
improvvisarsi cuoche, e intanto le preparava a un futuro da
casalinghe..Noi maschietti magari
ridacchiavamo, ma non erano poche le volte che abbandonavamo le nostre
macchinine sulla pista Polistil e aiutavamo le nostre sorelle e amiche a
preparare qualche intruglio, che sarebbe dovuto diventare una torta
paradiso, o una crostata...
Le sorprese delle patatine
Come per il nesquik, le patatine non si compravano per il contenuto
alimentare, ma per i piccoli regali che contenevano:
ho ricordi di una specie di pipa in cui si soffiava per far restare in
aria una pallina di plastica, per esempio,
o di un tubetto di plastica in cui si soffiava e che tramite una piccola
ventola produceva il classico suono "wooshhh..".
E ancora, i glitters, le sorprese tutte brillantate che si attaccavano e
staccavano dai vetri..ma soprattutto, ricordo le incredibili magliette
delle squadre di calcio: erano sacchetti di plastica leggerissimi che si
rompevano al minimo movimento, ma vuoi mettere la soddisfazione di
indossare la maglia della tua squadra per la partita
del pomeriggio? (ovviamente con il super tele...)
La girella Motta
Un fenomeno di marketing, prima che una merendina: con le avventure
dell'allegra tribù di capo Toro farcito che difendeva le sue scorte di
girelle dal Golosastro, un inetto criminale che mirava al tesoro degli
scaltri pellerossa. Le loro avventure imperversavano su Topolino e anche
in televisione, e in fondo poco
contava che la girella in sè fosse buona o meno (a me il cacao risultava
un po' troppo amaro), perchè quello che volevamo era sentirci parte
della tribù di Toro farcito (pensa te, roba veramente da neuro..ma che
volete farci? Siamo stati una generazione di ingenui creduloni..).
I pennarelli Carioca e i pastelli Giotto
Un'accoppiata imbattibile, per gli artisti in erba degli anni 80: i
pennarelli Carioca, che avevano la caratteristica di produrre un
fastidioso scricchiolio quando venivano utilizzati su fogli lucidi, e i
pastelli Giotto, con la storia del pittore e della sua famosa "O" sul
retro delle scatole, che finivano preda dei
tremendi temperini dell'epoca. I pennarelli, poi, avevano il "vizio" di
finire troppo presto (ci credo, mezzo foglio tutto colorato di blu per
il cielo..) e di colorare anche grembiuli, vestiti e facce. Almeno per
il problema dell'esaurimento, si ovviava con abbondanti spruzzate di
alcool, che aveva il potere di ravvivarli, seppure per poco..
I trasferelli
Ve li ricordate? Colpirono come un ciclone tutte le scuole d'Italia
all'inizio degli anni 80: erano fogli trasparenti con delle immagini che
si potevano trasferire su carta esercitando una pressione, con una
penna o una matita, sulla parte superiore
dell'immagine: lo stesso sistema con cui si attaccano adesso toppe e
disegni con un ferro da stiro. Sempre tematici, potevano riguardare il
mondo delle corse, la conquista dello spazio, un safari nella
jungla...per noi ingenui bambini degli anni 80, erano uno strumento
formidabile per stimolare la fantasia e la
creatività, altro che i cellulari e le suonerie...
Le cabbage patch kids
Lanciate da una massiccia campagna pubblicitaria, mi ricordo
soprattutto nei programmi di Mike Bongiorno, che le glorificava come
l'ultima novità dall'America, le cabbage patch kids avevano due
particolarità: avevano un certificato d'adozione,
che doveva stimolare l'istinto materno delle bambine, invitate a
diventare le mamme delle bambole trovate sotto il cavolo, e..erano
bruttissime!! Ma dico, pur con tutta la simpatia che il progetto poteva
ispirare, le potevano fare un po' più carine, no? Ma volete mettere
Ciccio bello...
Il Giornalino
E' stato un grande compagno della mia gioventù, molto più di
Topolino, che pure non ha mancato di "frequentare". Ma nel Giornalino,
oltre ai fumetti, c'erano gli inserti "Conoscere insieme", davvero un
modo divertente di imparare le cose, c'erano i poster dei giocatori di
calcio, i concorsi a premi, e anche i fumetti erano di livello: Tiziano
Sclavi,
prima di Dylan Dog, proponeva l'azione di "Altai & Johnson", il
mitico Pinky di Mattioli, divertentissima escursione nella comicità
surreale, e ancora Alfredo Castelli, e le bellissime storie di calcio di
Giovetti. Ho passato 6-7 anni in
compagnia del Giornalino, e quando ho smesso di comprarlo, ho capito che
una parentesi della mia vita era finita, lo dico senza paura di
esagerare..
La sigla dell'Eurovisione...
In un'epoca in cui c'erano solo 2 canali in TV, la sigla
dell'eurovisione aveva veramente un qualcosa di mistico, che quasi
incuteva soggezione: nel mercoledi sera dedicato alle coppe europee di
calcio, annunciava collegamenti con località esotiche come Craiova,
Bratislava, Kiev, Birmingham...e lì le squadre italiane erano veramente
in trasferta..palla lunga e pedalare,
altro che pressing alto e ripartenze...Sembrava di collegarsi con la
Luna, immagini molte volte poco illuminate, voce del telecronista
(Pizzul, Martellini, Martino..) che scompariva all'improvviso, e tu lí a
chiederti se non fossero stati rapiti
dal KGB..Nelle fredde domeniche d'inverno, invece, la sigla
dell'eurovisione ci metteva in contatto con Kitzbuhel, Kranjska Gora,
Wengen..dove i resti della formidabile valanga azzurra prendevano
legnate a destra e sinistra, in attesa dell'arrivo di un fenomeno
emiliano..ma questa è un'altra storia...
..e quelle di 90° minuto e Supergulp
Con Paolo Valenti a guidare un gruppo di fenomeni del costume
italiano come Tonino Carino, Giorgio Bubba, Castellotti, Vasino e
l'inarrivabile Luigi Necco da Napoli, 90° minuto è stato un appuntamento
cardine della programmazione televisiva degli
anni 80, quando il massimo che si riusciva a vedere era la registrazione
di un tempo di una partita giocata nel pomeriggio..e la sigla del
programma annunciava a tutti, amici e parenti, che era ora di mettersi
davanti al teleschermo. Così come, il
giovedi sera su rai 2, la sigla di Supergulp (buca cica buca cica
bu..super!! - fantastica!!) era il segno per noi bambini che era
arrivata l'ora dell'Uomo ragno, del Gruppo TNT e degli altri fumetti-tti
a puntate-te in TV!! Un momento irrinunciabile di riunione davanti al
teleschermo, perchè il giorno dopo a scuola non si sarebbe parlato
d'altro che di Nick Carter e dei suoi assistenti..ahh..come eravamo
ingenui...
Il catch
Altro che le fesserie del wrestling moderno: negli anni 80 c'era il
catch, gli incontri duravano anche mezz'ora, erano pieni di tecnica e
agonismo. Sabato pomeriggio, il mitico Tony Fusaro ci portava sui tatami
giapponesi, dove gli eroi erano Tiger mask,
Antonio Inoki, Tatsumi Fujinami, Animal Hamaguchi, Andre the giant, e
dove Hulk Hogan faceva la figura dello sfigato di turno.
Giochi di corde dell'acrobatico Tiger, lacci californiani, prese da
judo, mosse spaccatesta, che puntualmente noi gasatissimi ragazzini
ripetevamo negli incontri casalinghi..che tempi..
I ghiaccioli a 150 lire
Un trio che ha imperversato per le mie estati: il lemonissimo, il
fior di fragola, e il magic cola: 150 lire per comprare un ghiacciolo, o
meglio un mix di acqua e coloranti vari..ma vuoi mettere, con 500 lire
ne compravi 3 e ti avanzavano 50 lire per 2
gomme da masticare..E poi c'era anche "lo squalo" che lasciava la lingua
blu, o il jumbo jet con lo stecco di liquirizia che ci lasciava le dita
appiccicose..messi un po' da parte quando arrivò il mitico calippo,
restano comunque uno dei ricordi più freddi delle mie vacanze..
E ancora..
Le crystal balls, che si formavano soffiando in cannucce su pezzi di
gomma nauseabonda tipo das, creando coloratisime bolle trasparenti che
puntualmente rompevano i vasi di casa..la polverina di provenienza
aliena che si metteva sulla lingua e frizzava e
scoppiettava (per non parlare di chi ci beveva la coca cola, mamma mia,
che rischiii..)... i portachiavi a moschettone tipo filo arricciato del
telefono..il tamburgioco - prendi prendi, quel gioco assurdo molto
cinese...
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