martedì 5 marzo 2013

Oggetti '80s

Il cubo di Rubik

Il diabolico cubo
Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto, nello stesso momento! Uscito dalla mente malefica di un matematico ungherese, il cubo di Rubik é stato per noi ragazzi degli anni '80 quello che i Pokemon sono per i ragazzini di oggi, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti l'unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali c'era chi lo completava in meno di 30 secondi

Il super tele

L'indimenticabile compagno di 1.000 partite
Dici Supertele e per noi maschietti degli '80 é come dire Barbie per le ragazze: un mito da venerare, un'icona indimenticabile del tempo che fu...venduto nell'immancabile cordicella tagliadita a 500 lire, il tele era più rassicurante della mamma, perché sapevi che anche a bucarne tre in un pomeriggio, si riusciva sempre a fare la colletta per comprarne un altro, e poi un altro ancora..caratterizzato dalla incredibile leggerezza, era il terrore dei portieri per le traiettorie impossibili che assumeva, magari dopo una puntata maligna dell'attaccante. Inutilizzabile negli spazi aperti e nei giorni di vento, quando veniva sostituito dal più solido Super santos, se non addirittura dal maestoso Tango, ha formato generazioni di rapaci dell'area piccola e di portieri falliti, che affogavano la disperazione per l'ennesima brutta figura con una gazzosa doppia..

Le sorprese del Mulino bianco

Le mitiche scatoline con le sorprese
Una geniale idea del marketing del Mulino bianco, queste scatoline a forma di contenitori di fiammiferi svedesi contenevano piccoli giochi, rompicapo, a volte carte da gioco, puzzle, segnalini e tabelloni per giochi tipo quello dell'oca, e centinaia di altri piccoli passatempi. Il fatto poi che si potesse collezionare le piccole scatole nel mitico sorpresiere, una bacheca con la porta trasparente, rese le sorprese del Mulino bianco un vero fenomeno di culto tra i ragazzini di tutte le età..

Il Vic 20 e il Commodore 64

Il computer che ha forgiato una generazione di ingegneri informatici
Il primo computer di decine di migliaia di futuri hacker, ingegneri informatici e quant'altro, che impararono i primi rudimenti del basic, il vic 20 (5 Kb di ram..), prodotto agli inizi degli anni 80 dalla Commodore, che vendette più di 2 milioni e mezzo di esemplari, introdusse al grande pubblico il concetto di computer per tutti, dato il suo prezzo contenuto. Fu sostituito dal 64, che sarebbe diventato il computer più venduto di sempre, in oltre 10 milioni di pezzi, molto più "potente" (64 Kb di ram), che introdusse un'intera generazione al divertimento videoludico, con i giochi che andavano caricati sulla memoria a cassette magnetiche esterna, e i quasi inevitabili problemi di caricamento ("load error"), almeno fino all'arrivo del mitico turbo loader..

I Quindici

La mia prima enciclopedia, i quindici
La mia prima enciclopedia, "I libri del come e del perchè", che avevano nomi del tipo "Come funzionano le cose", "Come le cose cambiano", "Cosa fanno gli uomini", e poi i volumi dedicati al mondo animale, e alle piante, allo spazio, ai luoghi del mondo, oltre ai due volumi più consultati dal sottoscritto, quello delle favole, riccamente illustrato (ricordo ancora quella dei "Tre capretti furbetti"..), e quello del corpo umano, che aveva un lucido che si poteva sovrapporre alla figura dell'uomo per riconoscere i muscoli e le ossa, troppo forte..E sapete una cosa? Ho imparato molto da questa enciclopedia che non si "dava un tono" ma era molto allegra, come i colori del dorso lasciavano prefigurare..dovrei averla ancora in soffitta..

Le BMX

Un volo acrobatico in bmx
Create in California negli anni '60, le bmx (abbreviazione per bicicletta da motocross) divennero famosissime solo agli inizi degli anni '80, quando si sviluppò una vera e propria cultura delle piccole, leggere biciclette con le ruote da 20 pollici, simile a quella, ad esempio, del surf. Adatte sia a evoluzioni acrobatiche che a gare sui dossi di sabbia dei percorsi del motocross, ebbero una grandissima spinta anche dal film "E.T.", in cui i piccoli protagonisti le utilizzano per volare via col loro amico extraterrestre. Poi abbandonate dall'utente comune, sono ancora molto utilizzate in gare di discesa e di freestyle.

Gli adesivi del Camel trophy

Il Camel trophy edizione australiana
Un'idea promozionale della Land Rover divenne presto per noi ragazzini sinonimo di avventura ed emozione..del resto, dei raid su jeep organizzati in paesi esotici come Sumatra, Papua Nuova Guinea, il Borneo, l'Amazzonia, non potevano non stimolare la nostra fantasia, e bastava appiccicare sulla bicicletta, e poi sui motorini, uno degli adesivi che si trovavano facilmente in giro per sentirsi parte di quell'avventura, anche se poi non ho mai saputo che fine abbiano fatto gli equipaggi italiani in gara..(ma in Borneo ci sono i cannibali?).

La Polaroid

La mitica Polaroid
La mitica macchina fotografica Polaroid, che rendeva inutile il passaggio dal fotografo per lo sviluppo delle foto, in quanto grazie al particolare meccanismo inventato dalla casa americana consentiva lo sviluppo immediato, sulla speciale carta che veniva caricata nella macchina. La magia di ottenere una foto immediata, dopo il classico sventolio che accelerava il processo di sviluppo rimane uno dei momenti più cari della nostra infanzia, e penso che tutti noi abbiamo qualche polaroid custodita in un album di ricordi..

Le figurine dei calciatori

Ce l'ho..mi manca..ce l'ho..
Non é tanto il fatto che ho imparato a leggere con l'album delle figurine, nè quei personaggi mitici che affiorano dal passato: Mozzini, Bet, Tavola, Frustalupi, Bini, Bachlechner.. Marocchino, Spinosi, Maldera (III), Cordova...e non sono nemmeno i pomeriggi passati a imparare l'arte della contrattazione per cercare di ottenere le 5 figurine che ti mancavano per finire l'album, o le infinite partite a rosso e bianco o a muro...e in fin dei conti, non è nemmeno il ricordo dei mitici doppi scudetti della serie C2, con squadre come il Casale, il Casarano, il Derthona, il Fanfulla...Niente di tutto questo, è l'odore delle figurine dei calciatori che mi fà stringere il cuore in un moto di compassione per un bambino che ormai è più di 20 anni indietro nel passato..l'odore, ragazzi..che meraviglia l'odore delle figurine Panini..per me sarà sempre l'odore degli anni 80...

Il Subbuteo

L'Argentina versione subbuteo
Quando non c'era ancora il fantacalcio, la fantasia degli incalliti tifosi in erba si esprimeva su un rettanglo verde di feltro, manovrando con abili colpi in punta di dita piccole figurine di calciatori attaccati a una base semisferica, il cui compito era portare in rete un pallone molto più grande di loro, superando un portiere che si muoveva attaccato a un'asta metallica. Non è stato tanto il semplice giocarci che ha reso il subbuteo un amico indimenticabile per moltissimi bambini di fine anni 70 e inizio anni 80, ma tutto quello che c'era intorno: la cura con cui si riparavano con la colla gli omini che si rompevano (in genere all'altezza delle ginocchia), la possibilità, quando si riusciva a mettere via qualche liretta, di comprare nuove amenità quali la figurina dell'arbitro, le tribune e i tifosi, addirittura le luci per le notturne o i giocatori fermi nell'atto di compiere una rimessa laterale, o battere un calcio d'angolo..e poi le squadre incredibili che si scoprivano, quando dalla scatola imparavi che la maglia neroazzurra non era solo quella dell'Inter o dell'Atalanta, ma anche del Pisa, o del Brugges, o di qualche squadra danese, e poi squadre esotiche come il Racing di Avellaneda, l'Independiente, il Penarol, Il Falkirk. Grande, un ricordo di quando il calcio era ancora solo uno sport e un motivo per sognare.

Le macchinine BBurago

La Ferrari Daytona scala 1:43
Mai stanchi di cartoni a quattro ruote, sfide sulle piste Polistil, automobiline caricate a "sparacini" che si lanciavano addosso al muro e producevano botti, noi ragazzini degli anni 80 vedevamo appagata la nostra voglia di velocità anche con le automobiline della BBurago, in particolare le mitiche 1:43, una scala di riduzione che le rendeva particolarmente pratiche da maneggiare per le sfide sulle piste nel salotto o in riva al mare, e che aveva anche il vantaggio di essere alla portata delle nostre piccole finanze dell'epoca. Uno degli oggetti più pubblicizzati sui giornaletti dell'epoca, in particolare su Topolino, introdusse molti al fascino del collezionismo, magari con le scale maggiori 1:24 o 1:18.

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